Il deserto sta attraversando il Mediterraneo e presto arriverà in Europa. L’allarme, non nuovo ma sempre più pressante, arriva da Legambiente: intere regioni del vecchio continente sono a rischio desertificazione. In primis, ovviamente, le regioni dell’Italia meridionale, geograficamente e climaticamente più esposte a questo tipo di rischio. Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia stanno già sperimentando l’inaridimento dei loro territori costieri. Particolarmente grave, sempre secondo il rapporto Legambiente sugli ecoprofughi, la situazione della Sardegna, con ben il 52% del suo territorio a forte rischio desertificazione, e l’11% già completamente arido.
La desertificazione è un processo naturalmente molto lungo, ma che una volta arrivato al suo stadio finale, è pressoché irreversibile. Il terreno che diventa deserto, infatti, perde completamente la sua capacità di sostenere la coltivazione o la riforestazione, anche se, in un momento successivo, dovesse essere abbondantemente irrigato. Le regioni aride e semi-aride del pianeta – si legge nel dossier di Legambiente – sono quasi il 40% della superficie emersa della Terra (5,2 miliardi di ettari) e ospitano circa due miliardi di persone. Sono 135 milioni le persone che rischiano di essere spostate a causa della desertificazione, e di queste circa 60 milioni abbandonerà in tempi brevissimi (entro il 2020) le zone desertificate dell’Africa subsahariana verso l’Africa settentrionale e l’Europa.
Ovviamente, l’uomo non è esente da colpe in questo processo. Infatti, l’aumento globale delle temperature è una delle cause, se non la principale, dell’estensione delle aree desertiche. Per sensibilizzare su questo versante, le Nazioni Unite hanno creato un organismo, chiamato UNCCD (United Nations Convention to Combat Desertification), che tra l’altro si riunirà a Roma tra l’8 e il 10 luglio prossimi, proprio in corrispondenza del G8 dell’Aquila, da cui tutti ci aspettiamo molte notizie positive.