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Tre mesi alla Conferenza di Copenhaghen, l'accordo è lontano

di luca.pistolesi 15 settembre 2009

L’accordo sul clima è ancora molto lontano. Le notizie che si rincorrono in queste settimane sono piuttosto sconfortanti: gli stati occidentali stentano a trovare un accordo tra loro e, ancora peggio, sono ancora su posizioni molto distanti dai Paesi in via di sviluppo.

Cina, India e Brasile sono i protagonisti del dibattito. Senza la loro piena partecipazione al piano di riduzione delle emissioni, la lotta contro i cambiamenti climatici sarà persa. La Cina si appresta a divenire il maggiore produttore al mondo di gas serra (superando gli Stati Uniti), seguita a ruota dall’India. Quanto al Brasile, si tratta del Paese decisivo nell’altro grande fronte della lotta al surriscaldamento globale: lo stop alla deforestazione della foresta pluviale.

Barack Obama

Barack Obama

Se la Conferenza di Copenhagen si tenesse oggi, saremmo qui a parlare di una sconfitta, ma in tre mesi le cose possono ancora cambiare. Sarà decisiva la presa di posizione dei leader. Sarà indispensabile, ad esempio, che Barack Obama si spenda per la riuscita della negoziazione. In caso contrario, sappiamo già come finirà.

Finirà come a Bali, nel 2007, quando alla precedente conferenza Onu sui cambiamenti climatici gli Stati decisero di non decidere e rimandarono di due anni la stipula del piano di riduzione.

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