La popolazione mondiale supererà quota 9 miliardi entro il 2050. La stima proviene dal rapporto dell‘Onu 2008 Revision, pubblicato nel marzo scorso. Attualmente, vivrebbero sul pianeta 6,8 miliardi di persone, che arriveranno a essere 7 miliardi entro il 2012 e, appunto, supereranno quota 9 miliardi entro il 2050.
La quasi totalità dei 2,3 miliardi aggiuntivi arriverà dai paesi in via di sviluppo, che dagli attuali 5,6 miliardi passeranno, nel giro di 40 ann,i a 7,9. Ciò è dovuto, secondo il rapporto delle Nazioni Unite, essenzialmente a due fattori: innanzitutto un maggiore tasso di fertilità, che oggi arriva nei paesi in via di sviluppo a 2,73 figli per donna, con punte del 4,39 nei paesi meno sviluppati. Questi valori sono comunque destinati a scendere fino a 2-2,5 figli per donna entro il 2050, grazie alle politiche per la programmazione delle nascite.
In secondo luogo, la popolazione mondiale crescerà di più nei paesi in via di sviluppo perché essi godono di un’età media molto più bassa: basti pensare che i bambini sotto a 15 anni sono il 29% del totale, con un ulteriore 19% di giovani tra i 15 e i 24. In numeri assoluti ciò vuol dire che in quei paesi vivono all’incirca 1,7 miliardi di bambini e 1,1 miliardi di giovani.
Nei paesi più sviluppati la situazione si capovolge. Nei prossimi quarant’anni la popolazione rimarrà pressoché invariata, passando da 1,23 a 1,28 miliardi, e sarebbe addirittura decresciuta a 1,15 se non fossero previsti ingenti flussi migratori dai paesi in via di sviluppo. Ciò è dovuto alla bassa fertilità, solo a 1,60 bambini per donna, e a un’età media molto più alta, con i bambini al 17% e i giovani al 13%. Inoltre, se il numero di bambini sembra destinato a rimanere invariato intorno ai 2oo milioni, entro il 2050 il numero dei giovani potrebbe decrescere dagli attuali 160 milioni a 134.
Questo quadro pone sfide parallele e opposte ai due angoli del pianeta. Da un lato, i paesi ricchi dovranno prendere provvedimenti se vorranno evitare che la loro popolazione invecchi uteriormente. Dall’altro, i paesi in via di sviluppo saranno chiamati a adottare politiche di programmazione delle nascite efficaci, anche perché, se così non sarà, le stime potrebbero essere riviste al rialzo, arivando a ipotizzare una popolazione di oltre 10 miliardi entro il 2050.
Ho visitato il sito per la prima volta oggi, 9.9.2oo9 e mi ha colpito molto il fatto che ancora nessuno abbia sentito il bisogno di lasciare un commento. Lo faccio dopo avere scritto una lettera alla Gazzetta di Mantova nella quale evidenziavo che, il problema della savrappopolazione mondiale, è “il problema” che il mondo deve affrontare. Lo sviluppo tecnologico della seconda rivoluzione industriale, che ha caratterizzato il secolo scorso, sollevando dalla fatica e dalla fame miliardi di persone sulla terra, ha finito per divorare il pianeta stesso rendendo impossibile uno sviluppo infinito in uno spazio finito come è la terra.
I “limiti dello sviluppo” come sono stati evidenziati da Club dei 10 di Roma, guidati da Aurelio Peccei, sono, oggi, ancora più evidenti. Ma non credo che la gente si convincerà tanto presto della necessità di controllare le nascite, controllare i consumi individuali e collettivi in attesa che le generazioni future trovino la soluzione per impedire che questa povera terra venga “divorata” completamente.
SECONDO ME ENTRO IL 2050 SAREMO IN CENTOMIGLIARDI
la produzione agricola può ulteriormente accrescersi grazie alla ingegneria genetica che gia permette varieta vegetali commestibili
ad alta resa per ettaro.
Dovrebbero essere considerati gli altissimi quantitativi alimentari destinati ad uso zootecnico e l’enormità delle superfici coltivabili destinate ai mangimi, ma gli interessi economici colossali coinvolti sono troppo potenti.
Il “crescete e moltiplicatevi” fa parte del bagaglio cognitivo del protozoo, e giu giu fino al homo sapiens sapiens.
Nelle società più satolle o evolute questo imperativo sembrerebbe assai attenuato e ridotto al solo “crescete”. Il fare pochi figli è anche una necessità imposta dal modo di vivere. I consumi elevati impongono il lavoro femminile.
Nelle società c.d. in via di sviluppo il sesso è quasi sempre praticato senza contracettivi e la maternità plurima è la norma per tutte le donne.
Sembrerebbe che lo stile di vita, stato sociale e autonomia delle donne sia legato strettamente al numero di figli che esse hanno.
La semplice istruzione elementare delle donne, nei paesi arretrati, diminuisce il loro tasso di fertilità anche se un ruolo chiave lo gioca la situazione economica complessiva.
Non credo si possa fare come in cina, figlio unico per legge, ne in algeria ne in india ne in africa ne ovunque.
Quindi solo un processo che porti” tutte ” le donne ad avere un ruolo culturale ed economico maggiore potrà frenare l’incremento demografico.
vi siete dimenticati che il petrolio si esaurirà molto prima del 2050.. quindi con meno disponibilità di petrolio la popolazione non arriverà mai a 9 miliardi anzi tra qualche anno inizierà a diminuire
speriamo che l essere umano si estingua come i dinosauri,viva gli animali che sono solo loro a dover dominare il mondo ,perche l essere umano è una bestia