Barack Obama spinge sull’acceleratore e chiama a raccolta i Grandi del mondo per trovare un accordo sul Global Warming. A pochi mesi dalla Conferenza ufficiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in programma a Copenhagen nel dicembre 2009, il Presidente degli Stati Uniti lancia una proposta che nessuno potrà rifiutare: un summit di due giorni tra i 16 Paesi più ricchi per prendere decisioni in materia di surriscaldamento globale.
In una lettera inviata ai capi di governo, Obama ha invitato tutti a Washington per il 27 e 28 aprile per un vertice su clima ed energia, che trarrà le sue conclusioni a margine della riunione del G8 in programma in Italia, alla Maddalena, due mesi e mezzi dopo. Sembra che Silvio Berlusconi, cui come padrone di casa spetta il compito di dettare l’agenda del summit, abbia accettato di inserire le conclusioni di Washington nel programma.
Parteciperanno al vertice nella capitale statunitense i delegati di Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Indonesia, Italia, Messico, Russia, e Sud Africa. Inoltre è stata invitata, insieme ai delegati delle Nazioni Unite, anche la Danimarca, come paese ospite del decisivo summit di dicembre. Una strategia in tre passi, dunque, che attraverso l’incontro preliminare di Washington e il G8 italiano mira a rendere possibile il raggiungimento di un accordo a Copenhagen, per la stipula di un protocollo che superi Kyoto.
Un accorgimento quanto mai opportuno, visto lo spettacolo indecoroso cui abbiamo assistito nell’ultimo vertice Onu sull’ambiente, a Bali nel dicembre 2007. Allora gli stati partecipanti si divisero in fazioni contrapposte e, nonostante negoziati andati avanti ininterrottamente giorno e notte per oltre una settimana, non riuscirono a raggiungere un accordo soddisfacente. Addirittura, fu Al Gore, che aveva appena ricevuto il Nobel per la Pace proprio per il suo impegno contro i cambiamenti climatici, a permettere con il suo intervento la firma su un documento preliminare che, se non altro, pose le basi per la conferenza di quest’anno.
Gore in quell’occasione, di fronte agli ostacoli posti dall’amministrazione Bush alla firma di un documento vincolante, invitò gli altri stati a proseguire e a lasciare uno spazio bianco sulla casella degli States, che sarebbe stata riempita due anni dopo dal nuovo Presidente. Una profezia che, oltre ad essersi avverata, sembra quasi riduttiva di fronte all’impegno di Obama su questo tema.
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Obama dopo l’incontro con il presidente francese Sarkozy, ha detto di volere una nuova risoluzione contro l’Iran ecco i particolari http://www.loccidentale.it/articolo/obama+si+sente+pronto+a+stingere+sull%27iran.+prima+che+sia+troppo+tardi.0088918