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Nucleare, contrari i candidati Pdl alle regionali

di luca.pistolesi 19 marzo 2010
Luca Zaia e Roberto Formigoni

Luca Zaia e Roberto Formigoni

Il nucleare in Italia non s’ha da fare, né domani né mai. Questo emerge dalle dichiarazioni dei vari candidati alla presidenza delle Regioni alle elezioni di domenica 28 e lunedì 29 marzo. Dopo la sanità, l’energia è la questione principale nella quale le Regioni sono chiamate a far sentire la propria voce. Memori del risultato schiacciante del referendum anti-atomo dell’87, e forse sostenuti anche da qualche sondaggio “underground”, che ha mostrato come ancora oggi gli italiani non siano dell’opinione di riaprire le centrali nucleari, anche i candidati del Pdl e della Lega Nord hanno posto nei loro programmi il rifiuto dell’energia atomica sul territorio della loro regione.

“Bene la scelta del governo”, dicono in coro, sostenendo nominalmente il patto sottoscritto da Berlusconi con Sarkozy per l’approvvigionamento della tecnologia necessaria, “ma la nostra regione non ne ha bisogno“. “Qui non si può, è una regione a rischio sismico”, dicono il candidato calabrese del Pdl Giuseppe Scopelliti e quello campano Stefano Caldoro. “Da noi sarebbe inutile, la Regione sarà a breve autosufficiente dal punto di vista energetico”, dichiarano in coro i candidati Formigoni (Lombardia), Polverini (Lazio) e Zaia (Lega Nord, candidato in Veneto). Nettamente contrari anche i candidati Erminio Marinelli (“Nelle Marche non c’è uno sviluppo industriale che giustifichi le centrali nucleari”), Rocco Palese (Puglia) e Nicola Pagliuca (Basilicata).

Gli altri candidati non si sbilanciano, con la parziale eccezione di Roberto Cota (Lega Nord, Piemonte), che dichiara: “Meglio una nuova centrale in Piemonte che una vecchia nella vicina Francia”. Per quanto riguarda i candidati del centrosinistra, i candidati della Lista Cinque Stelle di Beppegrillo e dell’area comunista il discorso è ancora più facile: no al nucleare senza se e senza ma.

Ora ci chiediamo dove intenda mettere le centrali questo governo, che non riesce a convincere della loro necessità neanche i propri candidati governatori. Anche perché siamo in attesa di conoscere l’esito del ricorso presso la Consulta avanzato dalla Conferenza delle Regioni, che se accolto renderà vincolante il parere delle singole Regioni sulla costruzione di impianti nucleari. In quel caso non abbiamo dubbi che tra i neoletti governatori di centrodestra qualcuno pronto a rimangiarsi il parere negativo (a vittoria elettorale incassata) si troverà.

Fonti: viaemilianet.it

Una replica a “Nucleare, contrari i candidati Pdl alle regionali”

  1. Giovanni ha detto:

    Per convenienza economica o per chissà quale altra ragione (sicuramente comunque per tornaconto personale) il PDL è favorevole al ripristino del nucleare.

    Ma i candidati PDL sanno benissimo che la maggioranza delle persone non vuole una centrale sotto casa: perciò – A PAROLE – sono tutti contrari: potrebbero perdere voti.

    Poi una volta eletti ci metteranno meno di un attimo per rimangiarsi quanto promesso. Sono o non sono guidati da Berlusconi?