Un team di ricercatori analizza le proprietà nutritive degli alimenti, scova tracce di agenti nocivi, assegna un punteggio e stila una classifica dei prodotti migliori. E’ l’idea alla base di GoodGuide.com, un sito web ideato da Dara O’Rourke, professoressa di Berkley. Sono presi in analisi e suddivisi per categorie moltissimi alimenti, dai cereali al latte, passando per la carne di mucca, i succhi di frutta e i formaggi: a ciascuno viene assegnato un punteggio da zero a dieci e, all’interno di ciascuna categoria, viene stilata una classifica dei prodotti chimicamente più sani.
“Ho una figlia di sei anni”, ha spiegato O’Rourke in una intervista al NY Times (1), “una volta le stavo mettendo in faccia la crema di protezione solare. Mi sono fermata: non sapevo cosa ci fosse dentro… Così l’ho portata in laboratorio e l’ho analizzata: tra le altre cose dannose c’era anche una sostanza che esposta ai raggi del sole può diventare cancerogena“. Così abbiamo cominciato ad analizzare tutti i prodotti che avevamo nelle nostre case, dal cibo per i bimbi al nostro cibo, fin’anche agli elettrodomestici o ai giochi”. La ricercatrice ha quindi deciso di mettere a disposizione dei consumatori queste ricerche. Anzi, con l’apertura di GoodGuide.com, sono stati gli stessi consumatori a indicare quali prodotti analizzare. “Ciascuno vuole che analizzi quello che compra di solito”. Ci piacciono questo genere di iniziative, a patto che siano assolutamente svincolate da interessi di parte: della imparzialità dei docenti di Berkley non abbiamo comunque motivo di dubitare, fino a prova contraria.
I prodotti catalogati su GoodGuide sono quelli in vendita nel mercato USA. Tuttavia, una di queste graduatorie ci interessa un po’ più da vicino: si tratta naturalmente di quella della pasta. Scopriamo che, rispetto a tutti gli altri prodotti, ha standard qualitativi elevatissimi, soprattutto per quanto riguarda le paste italiane. In testa a questa graduatoria troviamo, con il punteggio di 8,9, due ditte americane (fondate da italiani): la Ronzoni, con le sue penne rigate, e la San Giorgio, con le lasagne. Poco sotto la prima delle italiane Doc, la De Cecco, con le farfalle, le fettuccine e tanti altri prodotti a quota 8,8. La Barilla porta i suoi spaghetti a quota 8,6 e tiene tutte le tipologie tradizionali sopra l’8,5. Va peggio invece per i tortellini e le paste fresche, che rasentano sì e no la sufficienza. Mediamente male, infatti, anche la Buitoni, che oscilla dal 6,2 delle fettuccine all’uovo fresche al 5,2 dei ravioli quattro formaggi, secondo peggior punteggio in assoluto.