- Immagine Ermesambiente
L’etichetta degli alimenti ci racconta la loro storia: la provenienza, le modalità di allevamento e di coltivazione, la loro qualità. Purtroppo però tutte queste informazioni sono nascoste, o meglio, mascherate da un codice che non sappiamo decifrare. Ad esempio, prendiamo le uova: su ciascuno di essi è stampato, per legge, un codice di 11 cifre, come quello in figura. Possiamo decifrare facilmente i caratteri IT e VR, che significano rispettivamente che l’uovo è stato deposto in Italia e in un allevamento della provincia di Verona.
Quello che potremmo però non sapere è che la cifra più importante in assoluto è la prima, che varia da 0 a 3. Lo 0 vuol dire che l’uovo proviene da un allevamento biologico, cioè uno dove le galline hanno a disposizione 10 metri quadri ciascuna, razzolano liberamente in spazi aperti e vengono nutrite con mangimi biologici. L’1 identifica invece l’allevamento convenzionale, con circa 2,5 metri quadri a gallina e qualche ora di tempo per razzolare all’aperto. Il 2 significa che le galline sono allevate in capannoni, alla densità di circa 7 animali per metro quadro. Infine il 3 (che raccoglie circa il 90% delle uova prodotte in Italia) identifica gli allevamenti dove le galline sono tenute in gabbia, con il limite minimo di 550 cm quadrati l’una.
Saper decifrare l’etichetta è il modo migliore per effettuare degli acquisti consapevoli e sani, a meno che ovviamente non si conosca il classico contadino “di fiducia”, che sa raccontarti esattamente come tratta le sue galline, molto meglio di quanto possa fare una cifra di un codice. Per tutti coloro che non hanno questa fortuna, è ora di cominciare ad attrezzarsi. Un buon inizio è consultare questa breve inchiesta (1) del portale ambientalista della Regione Emilia-Romagna, dedicata proprio alla spiegazione delle etichette di uova, carni e latte.