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Eternit: parte il processo ai baroni dell'amianto

di luca.pistolesi 10 dicembre 2009

Il processo Eternit ha preso definitivamente il via stamattina a Torino. Dopo l’udienza preliminare di aprile è cominciata oggi la prima udienza, presieduta dal giudice Giuseppe Casalbore. Erano assenti i due imputati del processo, lo svizzero Stephan Schmidaeiny, 61 anni, e il barone belga Louis De Cartier, 88 anni, responsabili della multinazionale che produceva lastre di cemento-amianto in Italia fino alla metà degli anni ’90.

I due sono accusati di disastro ambientale doloso e di rimozione volontaria dei dispositivi di sicurezza: capi d’imputazione che potrebbero valere fino a un massimo di 14 anni di galera. L’Eternit è ritenuto responsabile diretto di una cifra imprecisata di decessi, dai 2.000 ai 4.000 tra i lavoratori degli stabilimenti e i cittadini delle aree circostanti. Il prezzo più alto è stato pagato nel comune di Casale Monferrato, dove ancora oggi, a seguito delle inalazioni dei fumi dello stabilimento, 35-40 persone all’anno muoiono di mesotelioma, il tumore provocato dall’asbesto.

Una fiaccolata a Casale Monferrato

Una fiaccolata a Casale Monferrato

Si tratta del primo processo in Europa intentato contro i proprietari degli stabilimenti della morte, tanto che alla prima udienza sono intervenuti cittadini francesi e svizzeri che hanno subito nei loro paesi le stesse sofferenze e che sperano di veder celebrato al più presto un processo simile anche a casa loro. Approfittiamo dell’occasione per riproporre una puntanta di Blu Notte, andata in onda il 21 settembre 2008, che parla proprio dell’Eternit e delle morti “silenziose” che ha provocato.

Una replica a “Eternit: parte il processo ai baroni dell'amianto”

  1. massimo ha detto:

    questo processo deve fare luce su tante vittime di ex operai eternit,e persone colpite al di fuori dei stabilimenti.Una volta accertati i colpevoli si faccia giustizia per gli operai deceduti,giustizia per operai che soffrono attualmente con le patologie subite dall’amianto,rispetto a famiglie che chiederanno fino alla fine del processo solo giustizia per l’immenso dolore per la perdita di un proprio caro.