Piano casa: scongiurata la sciagura, non resta nulla
Il governo ha ridimensionato la portata distruttrice del suo piano straordinario per l’edilizia. Il provvedimento che sarà presentato alle camere nelle prossime settimane sarà infatti solo lontanamente riconducibile alla bozza di cui si era parlato in un primo momento.
A quanto si apprende, rimarrà nel ddl la contestata norma sull’ampliamento delle cubature: sarà possibile, una volta approvata la legge, demolire e ricostruire abitazioni mono e bifamiliari con un volume maggiorato del 30 per cento. Tuttavia, sotto la spinta, in ordine sparso, delle associazioni ambientaliste, delle opposizioni, dei governatori delle Regioni, dei sindaci e della società civile, il governo ha finalmente fatto sparire la parte più problematica e in qualche misura inconcepibile: la possibilità per i singoli cittadini, cioè, di demolire e ricostruire a piacimento con la semplice certificazione di un perito.
Un’idea quanto meno scellerata, che fortunatamente è caduta al primo dibattito serio, quello con i governatori. Infatti proprio questi ultimi, che pure al piano straordinario tengono moltissimo per le libertà e le responsabilità che potrebbero essere loro affidate, hanno fatto fronte compatto nel chiedere un testo più morbido. Sono persino riusciti a far cadere una delle proposte che a Berlusconi stava più a cuore, per le sue note vicende sarde: quella di poter costruire anche in deroga ai piani regolatori precedentemente approvati. Nel testo che sarà portato in Parlamento, infatti, sarà specificato che qualsiasi demolizione e ricostruzione dovrà avvenire nel pieno rispetto delle norme paesaggistiche e urbanistiche.
Nel rallegrarci per questa bella notizia, non possiamo non notare come la proposta principale che questo governo ha messo in campo per rilanciare l’economia avrebbe comportato la legalizzazione dello scempio del nostro territorio. Caduta questa ipotesi, che cosa resta? Dal ddl sono scomparse le catastrofi, ma sono spariti anche i soldi per le case popolari. Ormai ci siamo abituati: quale nuova grande annuncio ci attende? Quale altro colpo di genio ci verrà sbattuto in faccia? In effetti, l’importante è dare l’impressione di fare qualcosa di “grande”, che poi lo si faccia o meno, o che sia giusto o sbagliato farlo, non importa molto.
Foto: Daniele Muscetta.