La tragedia della Costa Concordia potrebbe avere conseguenze gravissime anche a livello ambientale: nei serbatoi della nave ci sono infatti 2.200 tonnellate di combustibile (diesel), che se rilasciate in mare potrebbero compromettere in maniera terribile l’ecosistema dell’Argentario, mettendo a rischio 700 specie di flora e fauna, secondo il Ministero dell’Ambiente.
Entro giovedì Costa Crociere dovrà presentare un piano dettagliato per il recupero del carburante. Le operazioni cominceranno probabilmente prima della fine di questa settimana, e andranno avanti per molti giorni. “Almeno due settimane, fino a un massimo di cinque” secondo Max Iguera, responsabile della divisione rimorchio, salvataggio e riparazioni del gruppo genovese Cambiaso Risso, rappresentante italiano della Smit Salvage, incaricata di svuotare le 71 cisterne della nave.
Per ora il rischio di fuoriuscita del carburante è basso: lo scoglio che ha causato l’affondamento non ha infatti danneggiato le cisterne. Tuttavia, da giovedì è previsto un sensibile peggioramento delle condizioni atmosferiche: il mare grosso potrebbe spingere il relitto in una fossa adiacente, profonda 70 metri. A quel punto, inabissandosi, la nave potrebbe persino spezzarsi, nella peggiore delle ipotesi. “E’ l’incubo che tutti noi abbiamo da tre notti”, ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini.
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