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Cementificazione selvaggia all'origine del disastro di Messina

di luca.pistolesi 2 ottobre 2009
Un fermo-immagine della tragedia

Un fermo-immagine della tragedia

L’alluvione di Messina è un disastro annunciato. La zona sud della provincia siciliana è infatti soggetta da molti anni ormai a inondazioni periodiche, quasi puntuali, ogni volta che le piogge si fanno insistenti per qualche giorno. Giampilieri, il paesino più colpito del messinese dall’alluvione di ieri e oggi, che ha pagato con almeno sei morti, era già stato colpito da un’alluvione simile il 25 ottobre del 2007, solo due anni fa, quando per puro caso non vi furono vittime.

Tragedie dovute certo alla pioggia, ma più ancora all’inadeguatezza delle politiche di prevenzione e pianificazione territoriali, a livello strettamente locale e regionale. E poi c’è la cementificazione selvaggia: concessioni edilizie rilasciate in maniera “leggera”, quando non colpevole, permettono di costruire in terreni a rischio d’inondazioni. E, ancora più grave, seppur consapevoli di tali rischi, le istituzioni locali non prendono alcun provvedimento, neanche per quanto riguarda la manutenzione ordinaria.

Sono accuse lanciate dal presidente dell’ordine dei Geologi della Sicilia, Gian Vito Graziano, in un’intervista all’Apcom “Nelle zone a sud di Messina, ma anche in altre province come a Palermo – dice Graziano – ogni anno si ripropongono sempre gli stessi problemi avvicinandosi ai mesi più piovosi. Oggi – prosegue – esistono strumenti di pianificazione regionale avanzati, che ci fotografano situazione quasi in diretta, ma non si interviene. La colpa è di un’assenza cronica di fondi, ma anche la manutenzione ordinaria come la pulizia di canali, fiumi e tombini non viene fatta”.

“Quella del messinese è una zona con una situazione idrologica molto diffusa – continua Graziano – con grandi e piccoli torrenti: già di per sè un reticolo idrografico diffuso produce una certa insabilità e se a questo si aggiunge la non manutenzione e un uso scellerato del territorio con costruzioni che non dovrebbero esserci il quadro è completo. In Italia purtroppo – conclude – viviamo sull’onda dell’emozione e appena smette di piovere cessa anche ogni allarme”.

3 risposte a “Cementificazione selvaggia all'origine del disastro di Messina”

  1. Annamaria ha detto:

    E’ possibile che tra terremoti, nubifragi non si sente altro che inadeguatezza nelle costruzioni e di mezzo c’è sempre questo CEMENTO?
    Vergognoso.Quando smetteremo di sentire di questi disastri annunciati?
    Solidarietà ai cittadini della sicilia

  2. Adduso ha detto:

    Siamo tutti assassini
    In questa penisola di cannibali, carnivori e necrofagi, tutti orchestrati da politicanti tanto teatranti quanto mentalmente mafiosi (che non significa che fanno parte della criminalità) ci stiamo abituando (ammaestrati dal sistema mediatico) ormai solo a fare tutti (o quasi) gli indolenti, gli opportunisti, e soprattutto i lavativi cerebrali. Tanto più nel meridione ed in Sicilia.
    Tutto è andato bene fino a quando i soldi arrivavano dalla Regione e soprattutto dallo Stato. Addirittura, notoriamente, si sperava nel maltempo affinché dopo si potesse fare dichiarare lo stato di calamità naturale che così arrivavano “i picciuli”, i quali però al poveretto con la casa danneggiata, salvo non essere “amico degli amici”, giungevano i “muddichi”, mentre ai nostri politici, burocrati, tecnici, professionisti, intermediari, affaristi, ecc. , insomma il gotha della mentalità mafiosa della Nazione, le tasche personali si gonfiavano tanto da dovere pure impiegare quei “guadagni”, ma notoriamente altrove.
    Da qualche anno le “mammelle” sembrano non dare più “latte” e quello che ancora secernano, se lo mangiano i nostri politicanti e relativi tirapiedi, dai Comuni, alle Province, alla Regione, allo Stato centrale, spendendolo in stipendi, emolumenti, consulenze, esperti, giornalisti, portavoce e professionisti asserviti, lavoratori inventati, incarichi clientelari, opere agli “amici”, appalti irrealizzabili, favori , assunzioni di scambio elettorale, acquisto di tessere per i rispettivi partiti, sistemazione di familiari, parenti, compari, concubine, ecc.
    E noi che non abbiamo idea di come si gestisca un territorio così come si organizzi la società in cui viviamo, visto che non sappiamo neppure cosa sia, tanto più che a scuola neanche si può nominare, improvvisamente brancoliamo come degli zombi a cui è mancato il sangue per nutrirsi, senza sapere che fare e soprattutto a chi toccherà domani.
    Nel frattempo, il regime organizza giornate e settimane di cultura, ovverosia “l’ombrello sociale della notoria mafiosità politico-istituzionale-affarista” della politica.
    Proprio da qualche giorno ho anche appreso che dalle mie parti altri giovani che conosco andranno via per cercare lavoro.
    Essere ormai Italiani, Meridionali, Siciliani, Messinesi a questa maniera, vuol dire non essere più Uomini.

  3. pippo ha detto:

    Vergognoso