I Verdi escono da Sinistra e Libertà e ritornano ad essere un partito autonomo. Questa la linea decisa dal neopresidente Angelo Bonelli, vittorioso al Congresso nazionale del partito per un pugno di voti sulla rivale Loredana De Petris, che invece voleva mantenere i Verdi dentro al movimento fondato da Nicky Vendola. E ora, all’orizzonte, compare sempre più nitida l’ennesima scissione a sinistra.
Quando sembra che i partiti della sinistra siano già più piccoli che mai, c’è sempre qualcuno che non la pensa così, e che trova una validissima ragione per dividerli ancora. Tanto più che, esattamente come era successo per Vendola dentro a Rifondazione Comunista, i candidati alla guida di mozioni perdenti al congresso ormai non fanno altro che abbandonare la barca. Un po’ come dire: se vinco mi prendo il partito, se no me ne faccio uno mio…
Tornando ai Verdi, Bonelli lancia la linea anti-ideologica. “Vogliamo creare – ha dichiarato ad Affari Italiani – una formazione ecologista post-ideologica. La questione della centralità ambientale, della tutela della salute, anche la realizzazione di nuovi posti di lavoro riguarda tutte le famiglie italiane. Vogliamo rompere i confini ideologici e creare una forza ecologista che sia trasversale e parli a tutti“. Un modo, secondo Bonelli, di uscire dal recinto che i Verdi si erano costruiti intorno, durante la lunga gestione Pecoraro Scanio e il periodo dell’adesione a Sinistra e Libertà. Un limite auto-imposto che li aveva costretti a cercare elettori solo nel bacino elettorale della sinistra intransigente. Tutto il contrario di quello che avevano fatto i colleghi francesi e tedeschi, che rompendo i recinti ideologici sono riusciti a superare la soglia del 10%.