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Attacco Coldiretti: l'energia eolica rovina il territorio

di luca.pistolesi 17 luglio 2009
By tochis

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Gli impianti eolici rovinano il paesaggio e tolgono terreni importanti alle comunità locali, che vedono sparire la loro capacità agricola. L’attacco arriva da Coldiretti, insieme con tante altre piccole associazioni che tutte insieme non valgono la metà di Coldiretti (tra le altre: Amici della Terra, Mountain Wilderness, Altura, V.A.S, Wilderness Italia, Movimento Azzurro, Comitato del paesaggio, Comitato della Bellezza, Fareverde, Italia Nostra).
L’associazione di categoria dei coltivatori diretti colpisce duro su uno dei fondamenti della lotta ai cambiamenti climatici. In un comunicato di mercoledì scorso, Coldiretti asserisce: “Lo sviluppo dell’energia eolica ha già trasformato in deserto un territorio grande quanto una autostrada di oltre 10mila chilometri inibito alla coltivazione e al pascolo, per far spazio alle aree di rispetto di piu’ di 3600 torri eoliche presenti in Italia”.

Secondo Coldiretti, le torri eoliche italiane, alte fino a 100 metri, con pale lunghe fino a 30, hanno inibito alla coltivazione 25.000 ettari di terreno e “deturpato” uno spazio molto più ampio in termini paesaggistici. Tutto questo, inoltre, sempre secondo Coldiretti, ottenendo risultati mediocri dal punto di vista energetico.Nel comunicato si auspica che lo stato smetta di dare incentivi per le torri più grandi, e che casomai incentivi il microeolico, con capacità inferiori a 50 KW (capace cioè di erogare energia per sole 25 abitazioni), che ha un impatto più limitato sul territorio.

Il perché di un attacco tanto grave nei confronti dell’energia eolica è presto detto. Coldiretti tutela i propri iscritti, cercando di fare pressione sul governo affinché la smetta di destinare terreni agricoli alla produzione di energia eolica. In fin dei conti, non ci si poteva aspettare nulla di diverso. Tuttavia, come hanno fatto notare ad una sola voce le associazioni ambientaliste e l’Aper, l’associazione dei produttori di energia da fonti rinnovabili, l’eolico è una scelta obbligata per giungere entro il 2020 alla soglia del 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili. Certo, Coldiretti ha ragione nell’affermare che la prima scelta, per le caratteristiche dell’Italia, dev’essere il solare. Tuttavia, l’unico modello di successo possibile è la differenziazione delle fonti, e in quest’ottica il contributo dell’eolico sarà fondamentale.

Oltretutto, crediamo che anche se per il solare la suddivisione delle centrali in microimpianti domestici sembra la soluzione più adeguata, questa non possa esserlo per l’eolico, che è capace di generare tensioni molto più alte e che necessita di investimenti inarrivabili per i cittadini e, spesso anche per le comunità locali. Piuttosto, l’eolico, tra le fonti rinnovabili attualmente disponibili, si configura come quella più adatta a sostituire le mega-centrali a combustibili fossili, caratterizzate da alte tensioni e alti rendimenti.

2 risposte a “Attacco Coldiretti: l'energia eolica rovina il territorio”

  1. Giuseppe ha detto:

    Quella di coldiretti mi sembra la classica lamentela corporativa fine a se stessa.
    Ma chi avrà poi venduto questi terreni agricoli alle ditte che ora gestiscono gli impianti eolici ?
    C’è un dato, il terreno inibito alla coltivazione, che non mi convince : 7 ha medi per ogni pala eolica (25000 ha / 3600 pale) mi sembra un dato non reale ……….

  2. lucas ha detto:

    Se la Coldiretti ha affermato quanto riportato nel vostro articolo ha dichiarato due falsità:
    1- l’eolico in Italia è per la maggior parte collocato su terreni destinati a pascolo che può continuare ad essere esercitato, o come spesso accade su terreni del tutto incolti, comunque anche nei casi di terreno agricolo le pale non impedirebbero lo sfruttamento del terreno;
    2- il fotovoltaico a terra impedisce qualsiasi tipo di utilizzo del terreno.
    Il problema della desertificazione è quindi legato al fotovoltaico e non all’eolico.
    La conclusione è che molti parlano per partito preso e non per conoscenza dei fatti. Questo è molto grave.