Brutte notizie continuano ad arrivare dal Giappone, dove l’impianto nucleare di Fukushima è ancora in piena crisi. Le ultime diffuse dalla Tepco, la società che gestisce la centrale, parlano di una concentrazione di iodio radioattivo superiori di ben 7,5 milioni di volte il limite di legge, e di cesio 137 superiore di 1,1 milioni di volte. I campioni di acqua marina che hanno fatto registrare questi dati terrificanti sono stati prelevati in corrispondenza di una falla aperta verso il mare nel reattore numero 2.
La Tepco ha comunicato ieri che la stessa falla è finalmente stata chiusa. Tuttavia, ha anche dichiarato di aver cominciato a sversare in mare circa 11.500 tonnellate di acqua contaminata (con valori di “sole” 100 volte superiori ai limiti consentiti). La misura è stata resa necessaria per svuotare i reattori e fare posto ad altra acqua, ancor più contaminata di questa.
Del resto, “innaffiare” con acqua marina i reattori è stata l’unica misura in grado di prevenire (fino ad ora e speriamo definitivamente) la fusione completa del nocciolo. Tepco ha dichiarato che lo sversamento in mare dell’acqua contaminata non influirà sulla salute umana: una dichiarazione cha ha fatto infuriare Greenpeace. “Che non abbia conseguenze negative è tutto da dimostrare. L’acqua è già contaminata di 7,5 milioni di volte il limite di legge, in prossimità dei reattori: è difficile immaginare l’impatto potenziale di altre 11.500 tonnellate di acqua contaminata”. “La decisione di sversare l’acqua radiottiva in mare – sostiene Greenpeace – prova che la crisi è molto lontana dall’essere sotto controllo“.